martedì 26 settembre 2017

“Racconto come ho passato le mie vacanze”

Tema 

“Racconto come ho passato le mie vacanze”

Svolgimento I

Quest’anno i miei genitori hanno deciso di andare in vacanza in Abruzzo. 
“Tre settimane di mare, che bello!” ho pensato “devo decidere quali cassette portare per il viaggio. Meno male che non andiamo fino in Calabria, sedici ore seduta sulla Ritmo sono una tortura”. 
La mamma ha messo in valigia dodici stecche di sigarette e papà ha verificato lo stato di conservazione di pinne, maschere e boccagli (avvolti in teli e cosparsi di borotalco al ritorno dalla vacanza precedente). Speriamo che il canotto rosa regga un'altra stagione di caccia alle telline.
Stavo già correndo in cameretta, quando mi sono accorta che la mia cameretta è stata trasformata in una stireria, non possiedo più un walkman da svariati lustri e soprattutto mio padre ha già cambiato almeno tre macchine dalla Ritmo. Una di queste auto l’avevo perfino ricevuta in dono di seconda mano per il matrimonio. E sono finite le telline.

Ma porca miseria ladra.

Svolgimento II

Quest’anno abbiamo visitato la ventosa e ridente ma soprattutto economica zona dell'Occitania denominata Hérault, con puntate ricreative in Camargue e probabile velox in Provenza.

Abbiamo visitato alcune città. Tra queste Arles, dove nel 1888 Van Gogh ha dipinto il celebre “Camera di Vincent ad Arles” e dove, 129 anni più tardi, Ilaria Van Grillo ha prodotto il celebre “Espettorato biancastro da mal d’auto nel parcheggio ad Arles”. Una happening ispirato al primo situazionismo americano anni sessanta, dove il carattere deperibile della materia prima scelta dall’artista vuole sottolineare una visione più fisica e vera del corpo, in contrapposizione all’inconsistenza del pensiero non legato alla materia. 

Vias, vicina al campeggio, piccola città con centro storico medievale (un caso molto strano in Europa) ("visitiamo la chiesetta? permesso? salve, non badate a noi, continuate pure ad affogare l’infante, complimenti per le decorazioni, è quasi più brutta della chiesa di Saint Ayoule de Provins").

Aigues Mortes & Saintes Maries de la Mer le abbiamo viste in un giorno solo, Aigues Mortes ancora ancora, ma arrivati stremati alle TreSanteMarie ci siamo spiaggiati a mo’ di mamma in pre-ciclo e abbiamo guardato i fenicotteri col cannocchiale.

Poi Beziers, dove i cattolici ci tenevano a vincere il gran campionato medievale dei massacri religiosi e per raggiungere la vetta dei cadaveri hanno ammazzato anche un bel po’ dei loro. 
Fatto curioso: la chiesa di San Giacomo accoglie le spoglie mortali di Topolino, il quale stanco della vita sregolata e dei vizi di cui era ormai schiavo a Hollywood, passò gli ultimi anni della vecchiaia nel più totale anonimato, nella Francia del Sud. 

Fatto inspiegabile: le boulangerie chiudono alle 12.45, non è prevista la vendita di generi di prima necessità quali polonaise o eclaires oltre quell’orario. Turisti ignari vengono spesso avvistati sulla piazza principale, stancamente trascinando i loro pochi averi e molti figli… “un macaron, la prego signora, almeno un macaron”. L’insensibilità locale è inenarrabile.


Per ultima, sulla via del ritorno, Nîmes. Bella, niente da dire, passeggiata veloce e picnic in autostrada. Al bagno dell'area di sosta mi hanno chiesto la valutazione controllo qualità, non mi hanno però proposto di acquistare carta igienica extra. Immagino che in Francia le nuove vie del marketing trasversale non siano ancor all'avanguardia come qui da noi (infatti si poteva trascorrere nel bagno quanti secondi si desiderava o abbisognava).

Quando non eravamo impegnati in escursioni storiche o happening artistici nei parcheggi (e non mi dilungherò qui su quanto successo nel parcheggio di Nîmes, conserverò il piacevole ricordo per allietare la prossima cena con Concetta e Michele, che sapranno apprezzare tutta la finesse della situazione), ci rilassavamo tra spiaggia e piscina.

Anzi, piscine, perché il nostro economico campeggio era fornito di due splendide piscine, una con vasche ad isola a diverse altezze, sperate da ponticelli e gradini per tuffarsi, con acqua a temperatura medio-gelida, e un’altra rettangolare per nuotare, a temperatura gelida. 
C’era anche un bello scivolo a tortiglione con acqua a temperatura “The day after tomorrow” e bagnino a forma di Jake Gyllenhaal. Per i bambini piccoli, piscinetta bassa con acqua a temperatura perfetta per reinscenare L’era Glaciale due, il disgelo ma non troppo.
Per fortuna c’era anche il mare, dove non ha mai nevicato. 

Tra un momento di relax e l’altro, cazzeggiavamo. Fra ha praticamente finito di leggere La Torre Nera (Spoiler: il film fa cagare). Io ho letto il manuale di Pathfinder e mi sono rannicchiata in un angolo a piangere sommessamente. Sara e Davide hanno letto un romanzo per bambini di Jo Nesbo e Tom Sawyer e Ilaria ha navigato, si spera per l’ultimo anno, nel sereno e calmo mare dell’analfabetismo.


Il clou delle vacanze, l’apogeo del divertimento, il pilastro fondamentale della nostro matrimonio è la pinacola. Esaminando i dati estrapolati dall’andamento del torneo, vediamo subito la conclusione, vittoria schiacciante della scrittrice compilatrice del blog, per 29555 a 23875. 
Una differenza di 5680 punti. 
Le partite giocate sono state 44 (25 vinte dalla campionessa in carica da ormai 14 anni e una pari, 18 vinte dal secondo classificato). Avrei raccolto dati anche più precisi in riferimento ad ogni singola partita, da utilizzare per compilare una serie di grafici su excel per aiutare mio marito a gestire meglio il suo campionato del prossimo anno (o, almeno, la fanta-pinacola invernale) ma si è dato per morto, dopo aver tentato inutilmente di farsi trasferire in Toscana per lavoro. 

Vabbè, ho insegnato a giocare anche alla mia primogenita (adesso mi odiano entrambi 🙂).

Giusto per chiudere, ecco il link di una canzone dei kasabian che parla di una famiglia che per risparmiare affitta un bungalow in campeggio e la madre passa due settimane a cucinare e lavare piatti per permettersi 5 giorni a Londra ad Ottobre (città che le ricorda i suoi diciassette anni, quando passava due mesi a lavare i piatti a Londra per potersi permettere di stare due mesi, appunto, a Londra, praticamente un genio).





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