giovedì 2 marzo 2017

Metamorfosi

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un operatore di call center.

Sdraiato nel letto, sulla schiena acciaccata da un principio di sciatica, bastava che alzasse un po' la testa per vedersi il ventre convesso, per via della colite cronica da caffè delle macchinette.
Davanti agli occhi gli si agitavano le dita, irritate dalla polvere (o da un overdose di amuchina). 

«Che cosa mi è capitato?» pensò. Non stava sognando. La sua position, una normale position di 60 cm, anche se un po' stretta ma non è detto, magari un altro paio di pc ce li facciamo stare, gli appariva in luce quieta, per via della tapparella semirotta che lasciava passare un solo, accecante, raggio solare.

Sopra al tavolo, sul quale era sparpagliato un campionario di polvere, briciole di cracker e insetti morti, stava appesa un'illustrazione che aveva ritagliata qualche giorno prima da un giornale, montandola poi in una graziosa cornice dorata. 

Rappresentava attraverso un grafico il fallimento (ormai più che decennale) del suo tentativo di comunicare in meno di 300 secondi le motivazioni per le quali il cellulare del signor rossi non era in grado di connettersi al 4g (mentre il sig rossi ipotizzava mirabolanti teorie sulle fortune economiche accumulate dalla mamma di Gregor durante lo svolgimento di ben nota professione).

Gregor girò gli occhi verso la finestra, e al vedere il brutto tempo si sentì invadere dalla malinconia. «E se cercassi di dimenticare queste stravaganze facendo un'altra dormitina?» pensò, ma non potè mandare ad effetto il suo proposito: v’erano 45 chiamate in coda.


Vado a dormire, buonanotte.

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