lunedì 19 settembre 2016

Viaggio in Portogallo - Parte II

“Da queste parti tutto è grande. Grande è la città, e bellissima, grandi sono i pilastri che sostengono il ponte, grandi i cavi che lo tengono sospeso.”
J. Saramago - Viagem au Portogal

“Sento che il ponte è da quella parte.”
Marito

“Ma che cazzo.”
Io

Arrivati finalmente alla Costa de Caparica, abbiamo sistemato in fretta la roba in casa e siamo andati in spiaggia. 
La spiaggia di riferimento del campeggio si poteva raggiungere in 2 minuti, passando dalla porta secondaria del campeggio, a due passi dal nostro bungalow, aperta però solo ad orari ben precisi. Orari ben precisi che, fino alla fine della vacanza, 4 membri della famiglia su 5 non hanno imbroccato praticamente mai, ritrovandosi costretti ad un percorso di rientro allungato strascinato mugugnato e sciabattato di circa 1,5 km.
Io no, io trovavo sempre la porta aperta, perchè sono la più furba, infatti andavo e venivo ad orari diversi perchè mi ero autoincaricata di spesa e cucina (sono un genio).

Le altre spiagge visitate si trovavano tutte più o meno nei dintorni (no, ma dai). La più apprezzata credo sia stata quella del Lagoa de Albufeira, dove l’oceano rigurgita a tratti dentro un lago, formando dune circondate da specchi d’acqua bassa e calma. Abbiamo visitato Sesimbra un paio di volte e un pomeriggio un po’ ventoso lo abbiamo trascorso alla Praya de Adraga, dove mio marito ha conosciuto un pescatore portoghese (figurante pagato dal comune di Sintra per creare un po’ di atmosfera e intrattenere i turisti con storie di pesca e folklore locale).

La prima sera di vacanza mi sono resa parzialmente inabile ai lavori procurandomi 3 abrasioni tra le dita delle mani mentre lavavo i panni. Non vorrei dilungarmi oltre su questo incidente dovuto alla mia imperizia domestica. 
Passato il male alle mani, ho iniziato ad avvertire un vago fastidio ai reni, che ho prontamente ignorato. Ovviamente dopo due giorni di sospetti calcoli renali ho avuto un anticipo della scadenza ovarica di 10 giorni, ma vaffa’.
Gli acciacchi fisici non mi hanno per fortuna impedito di praticare il mio sport preferito, mettere a rischio il matrimonio giocando a pinacola (ho un marito paziente).

Non poteva mancare la visita a Lisbona. 
La giornata era partita sotto i migliori auspici (io che alle 9 entro nell’ufficio postale di Caparica e imploro in ingloportoitaliano di poter pagare l’autostrada percorsa nei giorni precedenti perchè ho una famiglia da mantenere, non posso farmi arrestare al confine, ma niente, non riesco a pagare) ed è poi proseguita in maniera abbastanza decente. Colazione (seconda) con bomboloni boli e crostate varie di mandorle ed affini, luuunga passeggiata nei quartieri più pittoreschi, visita al forte di San Jorge, giretto sul tram 28 dove Ilaria si è fatta una dormita molto culturale. Insomma, abbiamo fatto i turisti standard. 
Poi, poco prima di cena, siamo tornati alla macchina, parcheggiata in un quartiere periferico. 

- Siamo arrivati da lì.
- Sì, siamo passati da qui all’andata…
- Mi sembra che il ponte sia da quella parte.
- Ti sembra?
- Lo sento!

…15 minuti dopo…

- Attivo Maps?
- Sì, ma vedi che là c’è il ponte?
- Ma non sembra lo stesso ponte dell’andata.
- Il sole tramonta a ovest, tu sei seduta a destra e il campeggio è a sud di Lisbona, giusto?
- Tre affermazioni di per sé correte, ma collegandosi tra di loro distorcono la realtà oggettiva in un arco spazio temporale di 53 km.
- Eh?
- Screenshotto lo schermo e te lo spiego poi a casa con calma, magari sul blog.


                                         

Il giro è stato comunque molto panoramico, così come il viaggio di rientro finale, Lisbona Torino in 22 entusiasmanti ore di macchina. 

E per concludere, visto che una foto a volte esprime più di mille parole, soprattutto se le parole le scelgo io e le cospargo di punteggiatura a piacere, ecco un breve riassunto fotografico delle bellezze gastronomiche...







e architettoniche portoghesi:















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