mercoledì 14 settembre 2016

Viaggio in Portogallo - Parte I

"Non avendo a disposizione altri libri da foderare, il viaggiatore può intraprendere il suo viaggio nel ricordo.”
J. Saramago - Viagem a Portogal


Mancava poco alla partenza per la prima parte di un viaggio che ci avrebbe portato a 2000 km di distanza. Mio marito stava ritagliando con delle forbici una vecchia cassetta della frutta di plastica (la cassetta era di plastica, la frutta non so, io la cassetta l’ho avuta già di seconda mano, conteneva la salsa fatta in casa da mia suocera l’anno prima) per ricavarne una mascherina per il motore della nostra auto (potrete vedere mio marito presentare la sua opera d’arte nella prima puntata della nuova stagione di PaintYourLife e un sunto dei miei commenti sulle sue capacità di meccanico nell’ultima puntata di KillYourWife).



Finito di legare la mascherina col fil di ferro, caricate le 2 valigie, i 4 borsoni, le 2 sacche, il barbecue, una cassa d’acqua e 3 figli, partiamo che sono le 5 di pomeriggio.

Dopo un paio d’ore di guida...

- La macchina è a posto?
- Perfetta.
- Cos’è quella roba che pende dal tettuccio?
- Sistemo subito.
- Ti sei portato un po’ di attrezzatura per le riparazioni di emergenza?
- Intendi lo scotch? Certo, un rotolino di quelli che usano i bimbi alle elementari sarà più che sufficiente.
- Sì, ma cos’era quella roba?
- Abbalababaguarnizioneblablabla. (almeno, questo è quanto ho sentito io)

Comunque, ai fini della tenuta del mezzo non era fondamentale che quella cosa penzolasse o meno dal tetto della macchina, se ne stava lì, come un presagio inascoltato, la guarnizione-cassandra, quindi siamo ripartiti.

Dopo un’altro paio d’ore di guida…

- Fermi tutti, sento un rumore strano.
- Del tipo?
- Ops.

Marito si ferma poco dopo il casello, apre il cofano, sbianca. Anzi, prima “sverda”, poi “sgialla” un po’, poi cerca di comunicarmi che abbiamo finito l’olio per una questione di tappo avvitato male. 
Lo stesso concetto cerca di farlo passare all’operatore del call center dell’aci che sta chiamando nel frattempo, ma l’operatore di call center dell’aci (per una questione legata al karma credo) lo invita a chiamare un altro numero (sbagliato) e a scrivere i dati del meccanico per un eventuale rimborso. 

- Ma come lo chiamiamo il carroattrezzi? Ce lo mandate voi?
- No, chiamate la gendarmerie e gli dite dove siete.
- E dove siamo? (chiede mio marito)
- Boh (dice l'operatore)
- Boh (dico io)
- Boh (dice lo sconosciuto in ciabatte che nel frattempo si era avvicinato e aveva proposto a mio marito di portarlo al più vicino autogrill, a 30 km nella direzione opposta)

Al che, marito scappa in direzione casello. 

Io aspetto in auto, rimuginando ad alta voce e in termini molto informali sulla scarsa ragionevolezza nel non volersi mai affidare ai professionisti del mestiere (anche se l’ultima volta che ci siamo affidati ad un professionista del settore, questi non ci ha avvitato le cose che tengono i freni al loro posto).

Grazie alla totale casualità degli eventi che si sono prodotti dal big bang ad oggi, mentre aspettavamo che arrivasse l’assistenza che eravamo riusciti a chiamare dall’interfono del casello, è passato un rimorchio per tir che ci ha regalato 20 litri d’olio. ("Vabbè, ripartiamo che si è fatto tardi” “Ma scusa, non sta arrivando l’assistenza? Se non ci trovano?” “Capiranno che siamo andati via o che avevano capito male a priori”)

Alle 11 del mattino seguente arriviamo a Salamanca, dove eravamo attesi, in qualità di relatori, all’università della Sapienza Malamministrata, per la conferenza "Rotonde, parcheggi e i mille perchè del matrimonio”, che si tiene annualmente in ogni città dove ci rechiamo in ferie. Marito è intervenuto sul tema "Sensitivi alla guida", io ho parlato di "La volgarità espressiva come esperienza catartica".

Abbiamo poi trascorso due belle giornate in questa città spagnola, passeggiando e ammirando le sue cattedrali (andiamo a fare il bagno alle fontane?), i conventi (andiamo a fare il bagno alle fontane?), gli incredibili palazzi medievali (andiamo a fare il bagno alle fontane?), il maestoso ponte romano (andiamo a fare il bagno alle fontane?) e sì, delle bellissime fontane da pavimento a schizzo intermittente, per la gioia dei bambini.



Siamo ripartiti dopo due giorni alla volta di Caparica, una decina di km a sud di Lisbona, se si prende il primo ponte, altrimenti sono circa 50 km, ma la deviazione è molto panoramica (questa faccenda la vedremo meglio in un prossimo post).

La seconda parte del viaggio prevedeva un percorso più breve, circa 500 km, che verranno narrati con magnifica eloquenza da mia figlia, tra circa una ventina d’anni, alla sua analista (o nel suo blog, dipenderà dallo stipendio)
Sbollita la rabbia e la frustrazione derivanti dalla nostra incapacità genitoriale nell’affrontare i capricci di una 5enne e gli sbotti pre-adolescenziali di una 11enne, ci siamo fermati a pranzare all’autogrill. Mentre ripartivamo abbiamo notato con la coda dell’occhio un carrattrezzi, alla cui guida un signore con basco, pipa in bocca, maglietta a strisce orizzontale e baffetti neri impomatati si sbracciava verso di noi ...messiù messiù, je suis de l'assistans stradal, je port l’oil pour la voiture.. ok, basta con gli allucinogeni.

Adesso vorrei fare un piccolo appunto. 
Piccolo appunto:
"Portogallo, so che difficilmente mi starai leggendo, ma voglio provare comunque a dirtelo: sei un gran bel posto (anche se purtroppo sei un po’ scomodo da raggiungere, lontano e laterale…) hai tante grandi spiagge che ti permettono di accedere ad un oceano incredibile, hai un piacevole e ventilato entroterra, pesci fantastici (soprattutto alla griglia, purtroppo per loro)… 
Perchè ti ostini a rendere così difficile il pagamento del pedaggio autostradale ai mozzoni sprovvisti di carta di credito? Ho acquistato la ricaricabile, inserito una O al posto dello 0 nell’sms di attivazione e bon, fine, non ho potuto pagare il casello, neanche recandomi di persona all’ufficio postale e implorando l’impiegata di farmi pagare. “No, no, non fa niente, lasci stare”. Ma come non fa niente? E se poi mi arriva a casa?? Ho pure chiamato il call center dell'assistenza autostrade portoghesi per autodenunciarmi. Non farai anche tu come quella stronza della tua vicina (sì, Spagna, sto parlando con te) che al rientro ci ha fatto trovare già il velox nella cassetta della posta? Vabbè, vedremo."
Fine.

Il campeggio era, boh, un normalissimo campeggio, avevamo la solita casa-mobile, accettabilmente pulita e più o meno attrezzata (di più quando ho scoperto che avevano messo la biancheria anche senza specificarlo e di meno quando ho cucinato la prima pasta e l’ho dovuta scolare con un colino per farina diametro 8 cm).

Magari mi dilungherò in un prossimo post sulla questione budget vacanziero, per ora dico quest'ultima cosa, poi mollo il pc a Ilaria che vuole vedere SoyLuna.

Abbiamo prenotato 14 notti in Portogallo e, senza saperlo, appena siamo entrati nel paese ci hanno attivato un promozione gratuita! Un’ora di vacanza in più, gratis, offerta dal governo portoghese grazie ad un accordo stipulato circa 4,5 miliardi di anni fa con l’O.B.U (organizzazione base universale) chiamata Fuso Orario. Che grande paese (stretto ma lungo).

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