venerdì 10 giugno 2016

Vacanze scolastiche

"Oggi sono finite le vacanze. Oppure sono iniziate, dipende da quale lato della barricata genitori/studenti ci si trova."
Un Genitore Disperato 

Tra i coinquilini con cui divido casa, tre sono studenti. Me li avevano consigliati anni fa, per ricavare un reddito in nero extra subaffittando una stanza, ma devo aver sbagliato qualcosa nella procedura e adesso marito ed io ce li ritroviamo tutti e tre a nostro carico economico e con responsabilità legale fino alla loro maggior età.

Sono un trio, all'erta e pieni di brio, ma quando si trovano tutti nella stessa abitazione per più di due ore consecutive (in stato di veglia), io spesso mi ritrovo a desiderare di poter guidare un Mach Patrol per allontanarmi rapidamente da questo nostro bel pianeta, correndo come un fulmine verso l’ignoto.

Oggi, per due su tre, iniziavano le vacanze scolastiche. Sono i due arrivati per primi in ordine cronologico, rispettivamente undici e otto anni fa.

Addentriamoci solo un’istante nei meccanismi che precedono l’iscrizione a scuola:

Quando un futuro studente si presenta alla tua porta (il più delle volte abbattendola a testate ma lasciamo perdere non approfondiamo), ha questo aspetto così tenero e coccoloso, gli occhioni grandi e sproporzionati rispetto al naso (ma concordanti con le guance imbottite di noccioline) spiccano sotto una calotta cranica con pochi capelli che ne esaltano la sfericità. Questa sfera occhiuta e cicciottella poggia su un esile collo, che nei primi mesi ha poco tono muscolare, quindi la sfera ondeggia in maniera buffa, mentre dalla bocca fuoriescono pochi suoni e parecchia bava. La visione d’insieme è molto tenera e serve a distrarti da quello che nel frattempo sta fuoriuscendo nelle zone dei bassifondi.
Tempo che questi futuri studenti imparino a contenere in maniera autonoma le fuoriuscite principali, è finalmente ora di iscriverli a scuola. A volte capita, come alla mia terza studentessa, che si renda necessaria una scuola preparatoria, detta asilo nido. Un po’ costosa ma è stata utile per evitare la precipitosa fuga in Messico di mia mamma. 

Basta addentrarci, torniamo ad oggi. 

I due arrivati per primi hanno finito l’anno scolastico (seconda e quinta elementare), mentre l'ultima si becca ancora la materna fino a giugno e la scuola estiva fino a luglio. 

In queste ultime settimane, ad ogni "è quasi finita!!" dei primi due, corrispondeva un uguale e contrario "se vi sente vostra sorella poi voi sentite me!".
Quindi oggi bisognava anzitutto affrontare questa difficile situazione, portare la più piccola alla materna mentre i più grandi restavano a ronfare nei loro letti. 

Ero pronta ad affrontare una tragedia di proporzioni epiche, avevo accordato la mia lira, ripassato l’elenco degli antenati di cui cantare le gesta e le glorie per trarne vigore morale, avevo anche ingaggiato una decina di attori che mi reggessero le lamentazioni a mo' di coro greco. E invece. 
Ilaria si è svegliata gioiosa, si è lavata e vestita senza costringermi ad invocare la giustizia di Zeus e si è incamminata saltellando, senza chiedere dei fratelli. Se avessi visto una mandria di cerbiatti, conigli e puzzole cantare sul marciapiede intorno a noi, non mi sarei neanche stupita (invece c’era la solita moquette marrone di merda di cane, e non mi sono stupita neanche di quella).

Mollata all’asilo la gioia dei miei occhi, l’amore del mio cuore, la tortura del mio timpano, ho preso i due vacanzieri e li ho portati al Museo Egizio. Per tutto il tempo sono riusciti a non litigare tra loro, hanno camminato per ore senza lamentarsi e al ritorno siamo passati, sempre a piedi, a fare la spesa, e non hanno detto be. Ho effettuato diversi controlli a sorpresa durante la mattinata ma tutte le volte ho dovuto constatare che quelli erano proprio i miei studenti, non li avevo confusi con altri o rapiti a genitori disperati. 
Al museo hanno potuto usare l’audioguida, ebbene, non le hanno usate per duellare tra loro né le hanno lanciate contro teche o statue. Hanno ascoltato con attenzione, fatto domande interessate e, di fronte alla statua del dio che si scaccola (Arpocrate, vedi post), sono rimasti sotto gli 80 decibel. 

Quando la grande ha accolto con entusiasmo la mia proposta di andare a scassarci di sushi, stavo ormai piangendo. Dopo pranzo, divano e caffè, libro e pennica, cosa poteva andare storto ormai?

Ripensandoci, dal punto di vista economico era meglio quando si dividevano un trancio di margherita in due, ma vabbè, ci pensa la terza a riportare un po’ di equilibrio. 
La terza? 
L’asilooooooo*!!!!!!  (*io che corro e vado, per la terra, volo e vado tra le stelle e divento jeeeeg, prima che la maestra chiami i carabinieri)

Grazie al suo brillante comportamento di stamane, la terza si era conquistata il diritto alla piscina pomeridiana. E così, alle 17, mi sono ritrovata ad allestire una piscina in soggiorno. Nel frattempo avevo da mettere su il polpo. 
- Allora, riempi d’acqua fino a metà, quando l'acqua bolle tiralo fuori dal frigo e intingi per tre volte le punte dei tentacoli per arricciarle, poi buttalo in acqua “mammaaaa che schifoooo levaloooo” ops confusione vabbè metto il timer, dopo quaranta minuti driiiiin, "Ilaria esci che sei cotta!!" “no no no no” “ok vabene resta ancora 5 minuti ma solo perchè l’ho deciso io” lascia il polpo a raffreddarsi nella sua stessa acqua “babba mi cola il daso” porcamerda.-

In altri campi sono una persona meno disastrosa. 

P.S.: Mentre sto scrivendo, le cose sono tornate davvero nella norma. 
Davide irrita Ilaria infilando il suo megalosauro nel bagno di servizio della casa di PeppaPig, fanno pace e, dopo aver fatto esplodere un paio di palloncini, decidono in piena autonomia di darsi una calmata altrimenti finiscono immediatamente a letto, dopo due minuti Ilaria sta di nuovo saltando per tutta casa a cavalcioni del suo balun (palla gonfiabile con apposito manico di appoggio), tutto questo saltellare e cavalcare la porta a bere un bicchiere d’acqua ogni sei minuti mentre marito ed io cantiamo uno dei nostri grandi successi “guarda che sta notte poi la rifai nel letto e no no no non è vero che ci chiami alla fine dormi sempre e stamattina abbiamo di nuovo cambiato le lenzuola” (coro greco: "meno male che col sole asciuga tutto in fretta altrimenti sai che bolletta con l'asciugatrice?”).