giovedì 30 aprile 2015

Avangers - Age of Ultron.

Come recensire un bel film senza spoilerarlo? 

Come faccio con tutti gli altri argomenti di questo blog, li accenno nel titolo e poi parlo di tutt’altro.

Il film inizia con una bugia. La più dovuta, impietosa, necessaria di tutte le bugie.

Io: “Tu stasera fai cena e dormi dai nonni, perché io devo portare Sara e Davide dal dentista…”.
(*occhiolino a Sara, "ok", occhiolino a Davide, "mamma cos’hai nell’occhio?”).

Ila: “Vabbene… ma nonno mi fa vedeie Fiosen?”.

Io: “Ma certo, ne sarà entusiasta… E dopo perché non vedere il video delle ova chinde?”.

Davide: “Psss…”.

Io: “Che c’è Davide?”.

D.: “Non voglio andare dal dentista!!”.

Io: (a bassa voce) ”L’ho detto a Ila solo per farla stare brava, andiamo a vedere gli Avangers 2”.

D.: (urlando) ”Andiamo al cinemaaa???”.

Io: (urlando per soverchiare Davide) ”NOO, non ho soldi per pagare anche l’anestesia, te li caveranno con la tenaglia i denti!!”.


Depositata la più piccola dai nonni, torniamo al quartier generale.

Io: “Gervis, ascensore, terzo piano.”.

Sara: “Mamma, mi sa che è bloccata al secondo...”. 

Io: “Azzz..”.


ElectroMan arriva alle 18, si fa la doccia e usciamo. Anche ElectroMan è convinto di avere Gervis installato sul sedile passeggero: 

ElectroMan: "Gervis, trova strada cinema Beinasco.". 

Gervis: "Ma mi viene da vomitare a leggere sul cell. mentre guidi...".

E.M.: “Ho sentito che non ci sarà Loki!”.

Sara: “ Noooo…”.

Io: “Nooo… Ehm, mi dispiace tanto per Sara…”.


Siamo in ritardo, quindi lancio un messaggio di soccorso a CognataWoman, che stranamente è già quasi al rendez-vous, "Gervis, ritardo in corso, biglietti. Sconto famiglia.". "Tanto ci inculano uguale Tony!".

Entriamo e prendiamo posto, mentre sullo schermo scorrono 15 minuti di pubblicità di film “Coming soon”, costellate di “Coming soon in inglese vuol dire Cammina su, lo vediamo a casa in streaming, non possiamo fanculizzarci 30€ ogni volta”.

Inizia quindi la proiezione di un lungometraggio d’azione ispirato ai personaggi dei fumetti Marvel (fin qui, niente spoiler.. sono moltobbrava).

La prima scena si svolge a Sokovia, Europa Orientale, dove i cattivi hanno affittato un capannone a forma di Forte di Bard, e hanno assunto lavoratori locali sottopagati e privi di diritti sindacali. 
Quindi, oltre che cattivi, sono pure dei delocalizzatori selvaggi, che rovinano la buona economia delle forze del male oneste.

Avendo rubato lo scettro di Loki, lo usano per fare esperimenti vari. Dopo insostenibili spiegazioni scientifiche si arriva, più che altro per ragioni di sceneggiatura, alla creazione di Ultron.

Mentre il lungometraggio d’azione proseguiva, sugli spalti le tifoserie erano in fermento. Forza Ultron spacca tutto, forza Hulk spacca tutto... insomma, tutti spaccavano di tutto, case, auto, treni, ma il casino peggiore lo combina Hulk... che quasi viene da dare ragione a Ultron.

Tra il primo e il secondo tempo abbiamo fatto un piccolo picnic, che presto si è trasformato in un lancio di panini al prosciutto. Sotto gli occhi della venditrice di snack. 
“Vuoi un panino?” “Non me lo dici tu, chiaro? Te lo dico io, vuoi un panino? Eh? Lo vuoi?? Vieni qui a prenderloooo…”. Detto ciò mi scaravento dalla terza fila sul carretto dei popcorn, roteando in orizzontale come Capitan'merica e lanciando i miei cd masterizzati come fossero lo scudo del Capitano, al grido di “Legalitaaaaà, non mi avraiiii!!!!”. (Oltre ai panini, avevamo pure i popcorn. E anche le fonzies. Tutto originale del Carrfür.).

Mi sveglio dal mio sogno ad occhi aperti e il lungometraggio ricomincia, con testosteroniche esposizione di pettorali, mascelle, bicipiti e qualche battuta ironica. Non quante in Guardiani Della Galassia, ma abbastanza per rendere il film apprezzabile.

Fanno di contorno le vicende familiari di Occhio di Falco, che quando torna a casa per i week-end si deve ristrutturare casa da solo, e le strambe affermazioni di Capitan'merica, sul fatto di non potersi permettere una casa a Baltimora. Boh? Quindi Tony Stark ha fatto tutto sto casino per farli licenziare dallo Shield, dove avevano il posto a tempo indeterminato, per assumerli presso la Stark con un contratto a progetto? 
Oh, c'è anche qualche accenno alle compagne di Stark e Thor e un po' di flirtaggio tra altri personaggi.

Alla fine, tutti di nuovo a Sokovia per il finalone, con salvataggi estremi ed improbabili, di tutti gli abitanti possibili, il solito pianeta Terra e, di conseguenza, tutto l'Universo. Il tutto grazie a una "Visione" (Spoileeeer).

Rientro alla base, con la fichissima scena dove gli Avangers fanno tra loro la più classica delle chiacchierate tra Nerd sui poteri del Mjöllnir (Martello di Thor). 

Classica predisposizione, nei titoli di coda, del prossimo sequel. 

Perchè, come disse Sheakspeare:

Ci sono più Gemme del Destino in cielo e in terra, Thanos, di quante non ne sogni la tua filosofia”.





P.s.: Vorrei aggiungere un poderoso ed inumano grido:

“Lo sapevo. Lo sapevo lo sapevo LO SAPEEEVOOOOO. L’attore che ha interpretato QuickSilver era lo stesso che ha ballato nel video di Überlin dei R.e.m.”

Lo sapevo!!!!!!!!! Ma ho controllato su wiki per sicurezza.

Godetevi la canzone:


E se volete, godetevi anche le "Ova Chinde":


mercoledì 29 aprile 2015

Accadde Oggi di Domani. 30 Aprile.

30 Aprile 1993: il Cern annuncia al mondo che il World Wide Web sarà gratuito. 

Per entrare sarà sufficiente una connessione a internet, anche se questa sarà, il più delle volte, a pagamento.

Quindi, per fare un paragone, casa mia è gratis, ma ho aperto un mutuo di 30 anni sul portoncino d’ingresso.

Ovviamente le tariffe per la navigazione sono molto più basse e competitive del mio mutuo, e il WWW contiene molte più cose di casa mia. 
Anche se, dopo un rapido sguardo al cassetto di Davide, il cassetto noto come “questa cosa la metto un attimo qui”, non ne sono poi tanto sicura. Per non parlare della mensola "appoggio un attimo il libro" di Sara (N.d.Sara: "pensa al tuo comodino e taci").

Il Web nacque nel 1993, quando il sig. Tim Berners-Lee mise on line il primo sito, che venne inizialmente usato solo dalla comunità scientifica. 

Ben presto però, la comunità scientifica si rese conto di non essere più in grado di sopportare Berners-Lee e la sua mania di postare continuamente le sue foto  "caffè e croissant - buongiorno mondo!!”, e decisero di aprire il web a tutti. (Vedi foto. È originale, tratta da Wikipedia). 



Convinsero quindi Berners che il mondo aveva bisogno delle sue foto, sì, anche quelle più puccine-pucciosette di lui e sua moglie che fanno il cuore con le braccia, incorniciando il sole al tramonto. 

"No, non importa se poi lei non te l'ha data Tim, è il pensiero che conta" cercavano di persuaderlo gli amici "e poi i tuoi strüdel meritano un pubblico più ampio".

Gli fecero aprire anche un blog, sperando che la piantasse di scrivere a mano le sue minchiate su fogli che fotocopiava e distribuiva in sala mensa, passando poi a chiedere a tutti “ti è piaciuto? mi scrivi che ti piace? lo fotocopi e lo rimandi ai tuoi amici? puoi chiedere ai tuoi amici se gli piacciono le mie fotocopie?”. (Per fortuna con l'apertura del web a tutti, queste pessime abitudini sono scomparse).

Berners-Lee fu per ore un utente attivo e interessato del web pubblico, partecipando a dotte discussioni e dibattiti su politica/storia/arte/filosofia/curling, fino a quando cliccò per sbaglio sul link di YouTube “Simpatici gattini che cadono”.

Nessuno lo vide più.

...


P.s.: Non è vero, prima di scrivere queste cose ho controllato, Berners-Lee è ancora un vivo e attivo membro della comunità scientifica internazionale.
Ha vinto un sacco di premi e riconoscimenti per i suoi studi. 
Anche se la sue pubblicazioni scientifiche hanno sempre la premessa “Avrei preferito restare a guardare i video dei gattini, ma mia moglie dice che dobbiamo ancora finire di pagare il mutuo sul portoncino d’ingresso. Io neanche lo volevo il portoncino”.

Per dare un tocco di completezza alle mie ricerche storiche, ecco il link originale dei gattini:



martedì 28 aprile 2015

Accadde Oggi di Domani. 29 Aprile.

29 Aprile 1861: Scoperto l’asteroide 68Leto. Ecco la foto del 1861.
(Curiosità 1: Interpreterà lui il prossimo Joker). 



In alto a sinistra, se state guardando dallo schermo del Pc, o in alto a destra, se state guardando da un Universo Parallelo, potete scorgere la Terra e Marte. 
Tra di essi rotea un oggetto. 
Guardate bene… è un oggetto molto carino. È una teiera. Si chiama "La Teiera di Russell".

A me piace tantissimo e mi piace vederla immortalata in foto così antiche. Anche se non si vede perché è invisibile.

La Teiera di Russel è l’oggetto di una teoria filosofica. Di chi? Di stocazz… risponderebbe il mio alter-ego stocazzante di Twitter. 
Ma qui, adesso, io sono Dora, quindi la teiera è proprio di lui, Russell.

Bertrand Russell, filosofo, scrisse questo articolo per un giornale, nel 1952:
(non il 29 aprile, ma fa niente):
(poi non glielo pubblicarono): 
(riassumo):
(vado eh... non Vado Ligure, vado col riassunto):

“Se sostenessi che tra terra e Marte ci fosse una Teiera che ruota intorno al Sole e aggiungessi che nessun telescopio può individuarla, nessuno potrebbe contraddirmi. Poi potrei dire che, visto che tale affermazione NON può essere contraddetta, non si può dubitarne. E questa è una gran cazzata. 
Se però tale teiera venisse citata per 2000 anni in libri antichissimi, insegnata a scuola e si considerassero eccentrici coloro che ne mettono in dubbio l’esistenza, il dubbioso potrebbe essere soggetto di attenzioni da parte di un eventuale psichiatra (o Inquisitore)”.

Come riassumo io i filosofi… solo le canzoni riesco a rovinarle peggio. 

(Curiosità 2: Se volete capire in quale Universo siete, verificate così: in quello Standard, i RedHotChiliPeppers cantano "Californication", in quello Parallelo la California canta "RedHotChiliPepperation").





Collage (mi piace fare i collage, ma con il pcMAAAC non sporco casa e non mi incollo le dita).

Ed ecco tutti i miei fantasticosamente meravigliosi collage a tema Sindone.  

Per la storia delle origini miracolose:


E qui invece il VERO problema, perché a me, che la gente vada a vedere un lenzuolo, non è che mi disturba come fatto in sé  (magari posso pensare che siano un po' "fatti" loro, poi per carità, se incontrerò Dio mi spiegherà lui il suo punto di vistaaahahahaha, scusate):



Aggiungi didascalia





domenica 26 aprile 2015

27 Aprile 1861

Accadde Oggi di Domani

27 Aprile 1861: La Virginia Occidentale si separa dalla Virginia Orientale. 

Primi segni di uno squilibrato bipolarismo, di chiare origine genetiche, che avrebbe portato la Virginia Occidentale ad iscriversi a ragioneria, acquistare casa con mutuo, lavorare con contratto a tempo indeterminato e pagare regolarmente tutte le sue fatture/ bollette. 

E la Virginia Orientale? A studiare lingue orientali per poi testare software in lingue occidentali, battezzare le proprie biciclette e considerarle dotate di anima, riconoscere in alcuni pupazzi a forma di Puffo una parte di sé (una sorta di positivo horcrux immagino) e oriental-filosofeggiare per sopportare le affermazioni della confinante Adriana Centrale:


“Bello lo schermo, molto grande... ma nella scatola non c’è il pc!”.

“Come si accende il pc?”.

“No, davvero, dov’è il tasto? Se ti mando foto mi disegni la freccia?”.

“Le app dell’iphone le posso copiare e incollare sul pc?”.

“C’è un modo per fare foto dello schermo senza usare il cell.?”.

“Perché il mio pc non fa le faccine?”


Ti ho dato un Maaac!!!!

...

“Oh... Ok, ok… perché il TUO pc non fa le faccine?"

(Uff, meno male che filosofeggiava...)


Borgo e Rocca (non siamo stati cacciati).

Nel 1884 a Torino si tenne l’Esposizione Generale Italiana. Tra i padiglioni c'era anche un tipico Borgo Medievale del XV sec., riproduzione di varie parti di costruzioni medievali osservate in val di Susa e in Val d'Aosta. 
Castelli, case, interni, mobili, suppellettili, ma anche libri, auto, viaggi, fogli di giornale che, anche se non valevano molto all’epoca, perlomeno a noi ci hanno permesso di sognare un pomeriggio medievale. 

Domenica Pomeriggio al Borgo, ma anche alla Rocca.

La Rocca.

Atrio

I visitatori di un castello, nel Medioevo, dovevano attendere nell’atrio, prima di entrare nelle parti abitate.
Se i visitatori si rivelavano molesti, anziché entrare, venivano chiusi dentro, tra due porte con grate di ferro, e dalle feritoie sulle pareti e dalle cascatoie sulle volte, venivano irrorati di pietre, frecce e/o olio bollente. Più pietre che olio, in quanto l’olio era prezioso, spesso scarseggiava, soprattutto se quell’anno i castellani non erano riusciti ad "andare giù” a far provvista. 
Questo tipo di atrii, in uso fino al XIIIV sec., sono anche uno dei motivi per cui, prima di tale secolo, la consegna a domicilio della pizza costasse più della pizza stessa, le aspirapolveri fossero state inventate ma mai vendute, e i Testimoni di Geova non esistessero proprio. 

Le camere degli armigeri

“Vedete, questi letti erano molto ampi, in quanto all’epoca si usava dormire anche in cinque per ogni letto”.
All’epoca… (*sguardo feroce dell’autrice verso i figli).

La sala da pranzo

“Vedete questi tavoli… C’erano le tovaglie, ma non si usavano i tovaglioli all’epoca…”.
All’epoca… (*sguardo feroce dell’autrice verso i figli).
“C’erano pochi bicchieri, che venivano spesso condivisi…”
All’epoca… (*sguardo feroce dell’autrice verso i figli).
“Così come le posate”. E quelle poche che c’erano, venivano presto fatte sparire dalla nonna, che già all’epoca aveva l’abitudine di sottrarre le posate ai commensali e abbandonarle a caso sul piano della cucina.

Le prigioni

"Qui venivano spesso rinchiusi, nel medioevo, i bambini che si facevano sgridare dalla maestra Giuseppina”.
Mamma… (Davide)
“Nel medioevo non si tolleravano i bambini che, finita la colazione, non portavano la tazza nel lavandino”.
Mammaa… (Davide)
“Su quel ceppo dormivano quelli che sgocciolavano sulla tazza del water”.
Mammaaaaa…. (Davide)
“Su quella paglia venivano sdraiati i bambini che saltavano sul divano dei nonni gridando CulettoDiCulo, poi alla paglia veniva dato fuoco”.
Signora? (la guida)

La Cappella

“Qui veniva detta messa per gli abitanti del castello, all’epoca la messa veniva detta con le spalle ai fedeli, in quanto era peccato dare le spalle all’altare”.
Ceeerto, poi Dio deve aver cambiato idea, ma come avrà fatto a comunicarlo alla popolazione mondiale, per me resta un mistero.

Ci sono anche le stanze da letto del castellano, della damigella, il pregadio, la corte… ma lì siamo stati in silenzio.

Per salire e scendere tra i vari piani ci sono le scale (ma vaaa?). Sono riproduzioni realistiche delle scale da difesa, ripide e con gradini stretti, è quindi consigliabile non vestirsi seguendo le istruzioni di Enzo Miccio per visitare la Rocca. Anche il Giardino, non ci crederete lo so, ma ha i viali stretti, ripidi, di terra battuta con tronchi incastonati. Anche lì sarebbe il caso di non indossare plateau.

Il Borgo

Le riproduzioni delle case medievali, molto belle, ospitano botteghe, dove vendono anche souvenir ispirati... al medioevo? Anche, ma soprattutto a Il Signore degli Anelli, GoT, Harry Potter, la Sindone... la migliore Fantasy insomma.

Io ho acquistato un bel GiraTempo per il compleanno di Sara. Alla mia domanda se funzionasse davvero, la commessa mi ha risposto “Sì, gira, vede…?”. 
L’ho girato un paio di volte, ma sempre domenica pomeriggio è, e sempre di andare a lavorare per le 18 mi tocca.



sabato 25 aprile 2015

Dio va in piscina. Dio va in piscina?

Dio si sentiva solo e ignorato. 

Era partito tutto da lui, e poi? Poi il blog aveva preso una strana piega. 
L’autrice non aveva mai avuto un buon rapporto con le pieghe, infatti i suoi capelli, negli anni, si erano notevolmente ridotti in lunghezza. Ma cosa centra? Qui si parla di pieghe narrative, mica tricologiche.

Dai post su Dio si era passati in scioltezza e sgramaticità alle narrazioni dei cazzi altrui e privati, al riassunto di una serie televisiva altrimenti inspiegabile, a mamme incapaci, recensioni cinematografiche e museali, e approfondimenti storici. Un blog molto culturale, eh, inzomma...

L'autrice si accorse del recente disagio di Dio e decise quindi di dedicargli un piccolo post.

Piccolo Post

Adesso che Dio era entrato nel pieno dell’adolescenza, molti pensieri frullavano nella sua testa, e in altre parti del corpo. (N.d.A.: A proposito, devo ricordarmi di controllare su google quali sono i termini del reato, se tale reato si configura, di vilipendio alla religione.)

Dio c’aveva le fregole. Voleva andare al parco da solo, voleva un cellulare per messaggiare con i suoi amici (N.d.A.: ed ecco i primi sintomi di una sindrome di iper-comunicatività che avrebbe avuto forti ripercussioni future), voleva andare a dormire a casa dei suoi amici. Voleva crescere, e anche in fretta.

"Mamma, esco!!".

"Dove vai?".

"Che stress, vado al parco...".

"Vai a spalmare il sedere sulle panchine vicino al pattinatoio? Ma cosa avrete da dirvi tutto il giorno…".

"Cheppallemaaaa".

"Non mi piacciono quei ragazzi più grandi di te. Stanno sempre a fissare il vuoto, come se stessero pensando a chissà che..."

"Siddartha è stato mollato dalla tipa...".

"Se ne farà una ragione.".

"Sai che quest’estate andrà a fare la stagione in un bar vicino a Rimini?".

"Ma dai… che bravo ragazzo, almeno tira su due denari per non pesare sulla famiglia.".

"Solo che non sa ancora bene come fare per arrivarci, perché il regionale non si ferma nella frazione di Nirvana…".

"Comunque vedi di tornare presto che vengono gli zii a cena!".

"Nuoooo, cheppalle, quel cagacazzo di Allà…".

"Bada a quello che dici Dio, Allà è un ragazzino educato e a modo!!".

(Borbottando, allontanandosi...)

"Seee certo, certo, quando siamo a tavola, poi le so io le palle che mi frantuma in cameretta. Oh, è fissato!!".

(Imitando la vocina perfora-timpani di bambino che vuole a tutti i costi la tua attenzione

"E ti sei già fatto la barba? Ogni quanti giorni? Quanti centimetri pensi che possa crescere? La barba? Sì certo la barba, cosa pensavi? E le donne? Secondo te gli deve ancora crescere? Come.. sì sempre della barba parlo…”.

Morale della favola, che mi sembra sempre un’ottima chiusura per qualsiasi racconto religioso, Dio passò tutto il pomeriggio al parco.
Tornò a casa tardi, con gli occhi arrossati. La mamma, sempre distratta quando cucinava, gli ricordò che dopo la piscina era meglio mettersi un po’ di collirio. Per sicurezza Dio andò in bagno a inumidire costume, accappatoio e ciabatte, e li ributtò nel borsone del nuoto. Poi si sedette a tavola e fece magicamente sparire due porzioni di lasagne.

"Hai messo il collirio? Hai ancora gli occhi arrossati" disse la mamma "ma non può essere raffreddore perché hai una fame quasi innaturale!".

"Cara, cosa hai messo nel riso" chiese il papà "hai abbondato con le spezie? C'è uno strano odore nell'aria...".

"A me sembra venire dai capelli di Dio..." osservò la zia.

"No, credo siano gli strascichi del trattamento antiparassitario, vero Dio?" ipotizzò la mamma "Ti sei messo il balsamo alle ortiche?".

E il nonno, a bassa voce, in modo che solo Dio lo sentisse: 

"Poi me ne dai un po'?".

"LOL Nonnooo!!".

"YOLO".



Post banale (Il piemontese è riportato a orecchio).

Fin dal '600, ma forse anche prima, i ricchi aristocratici europei avevano l'abitudine di effettuare una lunga vacanza, con scopi ricreativi, ma soprattutto di studio e conoscenza, per tutta l'Europa.

I nostri nonni, e migliaia di altri, operai e contadini, fecero anche loro un immenso Grand Tour d'Europa, a spese dello stato ma soprattutto a spese loro e delle loro famiglie, negli anni '40 del '900.

Il nonno materno accompagnava come scorta le tradotte che portavano i rifornimenti alle retrovie italiane in Russia, e questo lo portò spesso in Polonia.
Una delle sue citazioni più note, e perculate, in famiglia, era come girare il mondo fosse totalmente inutile e stancante, quando non c'era posto migliore per riposarsi che andare in vacanza a casa propria. La Cassa (To) era casa sua, quelli di San Gilii o Givulet erano furestè.
All'obiezione che ci fossero bei posti da visitare in altri posti del mondo, soleva affermare che vista Ciriè, hai visto tutto, del resto è uguale a Cracovia. (Detto in Piemontese suonava meglio)
E noi si rideva... fino a che non ho chiesto a google.
Cuma'lè Ciriè? E Cracovia? La ceisa, le strà... Ah... ai sun parei... va bin, va.
Porca miseriaccia almeno su una cosa c'aveva ragione:


Ciriè & Cracovia, Portici e Chiesa.

Dopo l'armistizio il nonno materno riuscì a non farsi spedire in Germania per puro culo.
Peccato non avere la foto della faccia di mia nonna che mi raccontava che "siete qui perché gli è andata bene a quel cretino va..." che dopo l'armistizio partì da Napoli e giunse a Torino vestito da Bersagliere, e che a Firenze (?) incrociò due SS e le salutò sbattendo i tacchi e gridando HeilHitler!, e loro lo lasciarono andare via ridendo, anziché sparargli in faccia o caricarlo su un treno alla volta della Germania.
Una volta a Torino, sotto i portici vicino a Porta Susa (?), una signora lo vide, lo trascinò dentro casa sua e gli diede dei vestiti da borghese, probabilmente dandogli anche lei del Cretino!!!!

Invece il nonno paterno, carabiniere da forse un mese, si fece beccare praticamente subito.
Girò l'Europa, non retribuito, prevalentemente in Olanda, e il ricordo che mi ha passato è l'immagine di lui con un paio di amici che, girovagando per una città fresca di bombardamento, si fermavano da uno a chiedere se aveva da vendergli un accendino, e quello gli faceva notare che era abbastanza inutile, visto che potevano accendersi la sigaretta ad un qualsiasi palazzo in fiamme della città. Uhm.




martedì 21 aprile 2015

Modigliani, la Gam, gli amici di Modigliani, mio marito... blablabla.

La Galleria d’Arte Moderna si trova vicino all’incrocio fra due grandi corsi di Torino, ed è molto piacevole raggiungerla camminando, sotto un sole non troppo caldo, sui marciapiedi ombreggiati dagli alberi, ricoperti di foglie (N.d.A.: gli alberi).

Arrivando a piedi da corso Re Umberto, non si può non dedicare un piccolo pensiero all’osservazione dei chewing-gum sputazzati a terra, e all’ottima analisi di antropologia sociale che uno dei più illustri torinesi ne ricavò. Ma passiamo oltre, prima che il confronto con chi sapeva come agganciare l’una all’altra le parole, mi porti a desistere.

Alla Gam ho visto la permanente…

- Hai fatto la permanente?
- Minchia, Fra…
- Ma non la scrivi l’altra vero?
- No no, tranquillo (*sogghigno dell’Autrice)

…e ovviamente ho visto “Modigliani e la Bohème di Parigi".

- Ma c’erano gli scritti originali, i quadri dell’epoca?
- Quali scritti? (*il sogghigno si amplia...)
- Ma non era uno scrittore quello che sei andata a vedere? Machiavelli… No? Chi è che hai detto?

Approfitterò di questo post per presentare un piccolo aneddoto, solo per far capire che mio marito non è scemo, è solo distratto.

"Tre anni or sono, dovendo iscrivere Ilaria al nido, andai a visitare qualche struttura, per informarmi, e salvai sulla rubrica del cellulare il numero della responsabile del nido vicino a casa. Il nido si chiamava Luca Tortuga.
Passavano i giorni, facevamo cose, andavamo in posti, vedevamo genti... 
Ma il viso del mio consorte si allungava, in quello che potremmo definire un musone.
Alla fine, la bolla immobiliare esplose:
- Senti, non prenderla a male, non volevo proprio farlo, non sono fatto così… ma mentre spegnevo la sveglia, ti assicuro per puro caso o errore, ma non sono io che volevo guardare non l’avrei mai mai mai fatto, mi si è aperto il menù delle chiamate in uscita e… ma chi cazzo è sto Luca?
- Luca?
- Luca Tortuga.

Non sono necessarie ulteriori parole. 
Torniamo alla Gam. Ma a quest’ora è chiusa. E sti cazzi?

Per quanto riguarda Modigliani, bella mostra, cose appese alla giusta distanza tra loro, per apprezzare senza dover per forza ballare il can-can con gli altri spettatori. (N.d.A.: Sarebbe meglio leggere qualcosa scritta da chi ne capisce, o sfogliate le immagini su Google, io non sono pratica.)

Opere di amici e colleghi dell’epoca erano esposte al fine di ricreare un po’ l’ambiente, cose così. 
C’era la Parigi degli anni ’10, c’erano le foto di questi ragazzi che, nel momento in cui la foto era stata scattata, erano vivi, avevano interessi, sogni e speranze, come noi adesso, che li portavano a creare ma nello stesso tempo a vivere, mangiare, fare la spesa. Poi c’era questo pene gigante…

Pene gigante?? Pene gigante. Oh cazzarola. 

Erano proprio come noi, dei grandi supercazzolatori. 
E Constantin Brâncusi era decisamente il primo. 

Arte Africana, Cubismo, i templi della Cambogia, la ricerca sperimentale delle forme ancestrali… Seee... 
Tante chiacchiere, poi lei probabilmente non gliel’ha data, e lui l’ha ritratta in forma di Pene Gigante. E quando lo hanno tolto dal Salone degli Indipendenti, magari si è pure dovuto incazzare per finta. 
Io me lo vedo lì, a sghignazzare sotto i baffi, mentre si altera e spiega che "...no, non è un Pene Gigante, è una Donna con Grandi Tette (pardon, con Busto Prosperoso) e un Lungo Collo che sostiene un Viso Rivolto Verso il Basso!". A significare la vanità della donna in questione. E dietro tutti i suoi amici a ridere.

"L'arte non è un caso" sosteneva spesso Constantin, accompagnando la parola "caso" con enfatiche svirgolettate fatte con le dita. E di nuovo giù tutti a ridere...

A Constantin!!! 
Non regge… Non regge proprio.
Meno male che non c’avevi Facebook va...



lunedì 20 aprile 2015

UansAponATaim S01 E05

Stagione 01 Episodio 05
Le Tristi Vicende di ArchiTrave
Eccoci alla quinta puntata, cara Concetta.
A volte penso, meno male che non mi sono lanciata nel riassunto della prima serie di Game Of Thrones, altrimenti a quest’ora avremmo appena affrontato l’argomento "Eddard Stark continua imperterrito a non volersi fare mai i cazzi suoi, mentre sua moglie cavalca per tutto il Westeros, alla ricerca di parenti e conoscenti a cui sfrangiare la minchia, ottenendo come unico risultato lo sterminio di tutti i suoi parenti”.
E invece siamo già a “Le tristi vicende dell’infanzia di ArchiTrave nel Bosco Infrattato”.
ArchiTrave abitava con i suoi genitori su di un carrozzone riadattato. La ristrutturazione del carrozzone era stata effettuata durante le riprese di un programma di Mtv, “Pimp My Carrozzone”, quindi aveva gli interni leopardati, due marmitte molto rumorose, il telone rosa e uno stereo montato sul portapacchi. 
I genitori di Archi guadagnavano discrete somme dalla vendita di elisir dimagranti, inoltre affittavano il carrozzone per le feste di Mtv "Sweet16", dove oltre alla festa, veniva spesso girata anche la pre-produzione del format di Mtv, "16Anni&Incinta". 
Un giorno ArchiTrave incontrò nel Bosco Infrattato un ragazzino, anch’esso infrattato, dietro un pioppo, che scopriremo poi essere il giovane Geppetto. (Il ragazzino, non il Pioppo. Il Pioppo sarà poi Pin'oppio, in seguito al futuro intervento della FataDeiTulipani).
“Che bel giornalino a fumetti, cos’è, Topolino?” chiese Archi.
“Veramente è Topolona.. i tuoi genitori non ti hanno insegnato a bussare?” rispose Geppetto, tirandosi su le braghe.
“I miei genitori lavorano nel campo del porta a porta, noi non bussiamo, facciamo rumori molesti in modo che la gente apra la porta, e poi ci intrufoliamo in casa!”.
“E come li fate 'sti rumori?”.
“Usiamo esplosivi al plastico”.
“Urca, ne ho sentito parlare, sono i famosi e molesti Plastici di Porta a Porta…”. (Vabbè, è sempre tardi quando mi dedico alla letteraturaaahhahahaha).
Così ebbe inizio quella che sarebbe stata una lunga amicizia.
Geppetto invitò Architrave a cena a casa sua. Dopo cena si chiusero in cameretta a rivisitare l’intera collezione di Topolona di Geppetto. Architrave tornò a casa tardi, felice, e con 2 diottrie in meno.
Architrave voleva trovare un modo per cambiare la sua vita, era stufo dei suoi genitori, degli elisir e dei produttori di Mtv, quando, mentre sedeva in una radura, con in una mano l’ultimo numero di Topolona e nell’altra mano… “BECCATO!!” sentì urlare, e vide saltar fuori Tremotino da dietro un albero.
Tremotino gli donò una pozione per liberarsi dei suoi genitori, con in omaggio una pomata per i calli alle mani.
La pozione venne ingerita per sbaglio dai genitori di Geppetto, che si trasformarono in due PlayMobile. Architrave, disperato, accettò nuovamente l’aiuto del primo sconosciuto con ali e polvere magica di passaggio. Questa volta fu il turno della fata madrina, che per i PlayMobile non poté fare nulla, ma trasformò ArchiTrave in un Grillo. Lui la ringraziò. E qui io resto un po’ basita… ma vabbè, sono pur sempre gli autori di Lost.
ArchiTrave si prese quindi cura di Geppetto, non lasciandolo mai più solo, nemmeno al telefono, nemmeno in bagno, nemmeno sotto la doccia.. È chiaro il motivo per cui Geppetto ad un certo punto perse la testa e si mise a parlare con i pezzi di legno.


A Storybrook, ArchiTrave è lo psicologo di Henry. 
Durante una seduta, Henry cerca di convincere Archi che lui in realtà è il Grillo Parlante. Archi cerca di convincere Henry che lui in realtà è un piccolo bambino imbottito di sostanze altamente stupefacenti. Henry si scusa, ma sente la necessità di andare un attimo alla toilet. 
“Alla mia let?” chiede Archi. 
“Odio 'sti giochi di parole del cazzo” bofonchia Henry.
Henry va in bagno e si siede sulla tazza, e la spacca in due, perché era la tazza da caffè dimenticata lì da Archi. Si siede quindi sulla tazza più grande e, per riordinare i pensieri, si rolla una cannetta, e si riposa 2 minuti sfogliando i giornalini a fumetti nascosti dietro al termosifone. 
“Cazzarola!” esclama “ma questa è Minnie? Sapevo che i topi erano mammiferi, ma qui si esagera un po’ con l'allattamento…”.
Henry riprende la seduta, sale sul lettino e si ritrova a fissare i quadri alle pareti dello studio.
“Scendi da quel lettino” gli dice Archi, strappandogli dalle mani chiodi e martello “Me li fisso da solo i quadri, dove dico io!!”.
Henry, non riuscendo a convincere ArchiTrave della sua teoria sul libro delle fiabe, scappa via in lacrime. O almeno, questo è quanto pensa Archi. Gli occhi di Henry tendevano ad arrossarsi spesso, a causa del cloro della piscina. 
“Ma, Henry, la piscina a Storybrook neanche ce l’abbiamo!!” gli faceva notare spesso Reggina.
“Mamma, è il cloro che rilasciano le scie chimiche!”.
“Bastardi! 11! 11!” ribatteva Reggina, che aveva la tendenza a credere alle minchiate più disparate, da quando aveva sottoscritto l’abbonamento a UfoMisteriECucinaChannel. 
Henry scappa, quindi, in lacrime. Nel mentre Emma, ignara di questo e di molte altre cose (tra le quali l’utilità del maltitolo, e la corretta procedura di pastorizzazione dell’uovo, cosa che rendeva i suoi tentativi di pasticceria artigianale molto simili a degli attacchi d'arte di Mucciaccia) si stava appuntando al petto la spilla di vicesceriffo.

“Te la appunto io” protestava lo sceriffo (N.d.R.: Jamie Dornan, Mr.50 sfumature di rimmel, tra le pagine chiare e le pagine scure).
“Potresti almeno fare finta e tenerla in mano, la stella” ribatteva Emma, scansando i tentacoli dello sceriffo.
L’appuntamento della stella causa una reazione magica e, nei giardinetti, si apre una voragine che riporta in luce l’ingresso ad un’antica miniera (ma ceeerto, ma come no?).
E chi c’era al parco giochi? Dondolante sull’altalena, intento a masticare i nuovi chewing-gum della piccola fiammiferaia?
Ovviamente Henry, che nel frattempo era stato raggiunto da Archi. Entrambi restano bloccati nelle miniere. Qui Archi confessa ad Henry che inizia a credergli. Questo accade soprattutto perché, in attesa dei soccorsi, Henry gli aveva offerto un chewing-gum.
A capo della squadra che si occupa del recupero, Emma nomina MaryMargaret. 
Perché? Perché i suoi problemi etilici la rendono molto portata al genere di missione che ha in mente Emma.
“Dovevo raggiungere i miei amici” cincischia allegramente MaryMargaret, alla guida dell'escavatore "prima che il vento diventasse troppo forte… (hic)...
Le nostre ricerche in miniera… (hic)... erano durate ore.
Ora quei due cretini dovevano essere portati in salvo.
Sembrava impossibile… (hic) ma ce l’avevamo fatta. (buuurp)
Tan ta ta ta taaan
Amaro Montenegro, sapore vero”.
Allargato il buco, MaryMargaret srotola una fune collegata ad una carrucola, sempre canticchiando tra sé e sè. Henry e Archi vengono recuperati. Tan ta ta ta taaan.
Reggina, che ha assistito alla scena da dietro un albero, incazzata come non mai, quando tutti si sono finalmente allontanati si è avvicinata alla voragine nel terreno, e ha buttato dentro una confezione di Vagisil.
“Per te, amica mia…”.
Abbiamo capito tutti chi c’è la in fondo?
… To Be Continued ...

domenica 19 aprile 2015

La Grande Fiera del Lenzuolo Magico di Lirey del 1354.

Lirey è una piccola e ridente comunità nel nord della Francia, ridente come tutte le piccole comunità amano definirsi sui post a pagamento di TripAdvisor. 
Chi si avvicina allo studio della storia delle Grandi Fiere Medievali Francesi, non può non sentire parlare, prima o poi, della famosa Lirey. Ecco la storia della Grande Fiera del Lenzuolo Magico di Lirey del 1354.

Negli anni dai ’20 ai ’70 del Trecento, TripAdvisor veniva pubblicato ogni due anni, in pergamena rilegata con copertina in brossura, 2850 pagine per 25 kg. L’assessore al turismo di Lirey aveva un cugino monaco amanuense, quindi oltre che ridente, Lirey era anche pittoresca, affascinante, radiosa, o semplicemente figa, se l’amanuense quell’anno soffriva di tunnel carpale.

Il 20 giugno 1353, il sig.Goffredo Diciarnì, ragioniere presso il comune di Lirey, aveva appena terminato una pesantissima giornata di lavoro. Quel giorno, così come tutti i giorni dell’ultima settimana, era stato dedicato alla revisione dei conti del comune. 
Il sig.Goffredo lavorava presso l’ufficio acquisti, la revisione lo toccava quindi, e molto da vicino (a differenza di sua moglie), in quanto responsabile della registrazione delle fatture e dei pagamenti ai fornitori.

Le ultime elezioni avevano portato un inaspettato ribaltone, la nuova giunta aveva quindi dato il via ad una attenta revisione dei conti del comune, in rosso come non mai, e Goffredo era stato incaricato di cercare una possibile falla nei registri del suo ufficio. (N.d.r.: alla fine della vicenda si scoprì poi che i conti erano in rosso soprattutto a causa dell'utilizzo di inchiostro con alta percentuale di tannino.)

Questi pensieri offuscavano la mente di Goffredo, mentre camminava verso casa. 
Sapeva cosa stava per succedere, e non aveva modo di impedirlo. Sarebbero arrivati a lui, prima o poi. La sua parentela con il sindaco, anche se lontana, era risaputa. Come sua moglie avesse ottenuto il permesso di aprire l’ennesimo Bed&Breakfast in città, anche quello era storia nota. 
Ma che la mensa del comune venisse regolarmente rifornita di conserve biologiche prodotte con i frutti dell’orto di MadamaGiovanna Diciarnì, acquistate al quadruplo del reale valore commerciale, questo lo sapeva solo Goffredo. (N.d.r.: Avesse saputo del tannino, quante cose non sarebbero accadute.)

“Ma presto lo sapranno tutti” piagnucolava tra sé il povero Goffredo “perderò il lavoro, la casa… mia moglie, beh, quella possono anche tenersela...”.

Arrivato a casa, tentò di affogare i sui dispiaceri nella doccia. Ma sua moglie si rifiutò di entrare con lui, e Goffredo dovette limitarsi a lavarsi e a prepararsi per la cena.


“Che si mangia di buono?”.

“Maccheroni di farro gratinati in crosta di seitan, polpette di ceci e tiramisù con ricotta di tofu!” trillò querula MadamaGiovanna.

“Non ho fame, vado a letto a leggere un po’…”.

“Stai ancora leggendo Il Trono di Spade?”.

“Sì, è incredibile come questi autori futuri avessero tratto ispirazione da un medioevo così falsato, siamo molto più civili e soprattutto avanzati di come ci descriveranno…”.

“Meno male che gli uomini di ghiaccio sono un’invenzione.”.

“L’idea è partita dai tuoi piedi, credo…”.

“Cosa?”.
“No, dicevo, non stare troppo in piedi, tesoro… “.

“Devo finire di preparare le conserve per domani, tu vai pure a letto, solo evita di mangiare mentre leggi, non mi piace dormire tra le briciole!”.


Goffredo si ritirò dunque in camera, sdraiato sotto il piumone, il libro in mano e 12 pacchetti di cracker salati in superficie appoggiati al comodino.
Tempo che Tywin Lannister morisse trafitto dal colpo di suo figlio Ty (***Spoiler Alert***, troppo tardi, Concetta...)
Goffredo finì i cracker e si addormentò. 

La notte fu lunga e nera. Costellata di mille incubi e mille risvegli. Gocce di freddo sudore imperlavano la sua fronte. Sudore molto acido, a causa dei 12 pacchetti di cracker salati in superficie.
Nonostante l’incoscienza del sonno, la paura lo immobilizzava.
La mattina non fu un risveglio, ma liberazione. La notte, oltre che dolore, aveva finalmente portato consiglio.
Si alzò, si vestì e si diresse verso l’abitazione del nuovo sindaco di Lirey, con un’ottima idea in tasca. 

Nel frattempo sua moglie, MadamaGiovanna, che era rimasta sveglia fino a tardi per aggiornare il suo blog di cucina “LeMieConserve", si alzò dal divano dove aveva finito per addormentarsi la sera prima. 
Andò in camera, per scoprire che suo marito era già uscito, senza rifare il letto.

“Eccolo lì, il cretino, che si copre col piumone a giugno, suda come un maiale e mi lascia delle macchie sul lenzuolo che manco... e queste? Ma che cazzo, di nuovo i cracker a letto si è mangiato… Dove glieli ficcherei quei cracker!!”.

MadamaGiovanna disfece il letto, spalancò le imposte e si affacciò al balcone per sbattere il lenzuolo, intriso di sudore, non curandosi affatto delle briciole di cracker che caddero sul balcone di quelli del piano di sotto. 
Ma se ne sarebbe pentita all’assemblea condominiale.
Oh, se se ne sarebbe pentita. 
Se se ne fosse. 
No, guarda bene il senso della frase, vabbè che a quest’ora siamo tutti stanchi, ma ci va il condizionale.

Goffredo passò la mattina a casa del sindaco, a discutere di un progetto per rimpinguare le casse del comune. (N.d.A.: Ah! Lo sapevo che prima o poi avrei infilato la parola "rimpinguare" da qualche parte.)

Avrebbero organizzato una fiera, una grande esposizione. Di che cosa, di preciso, ancora non lo aveva pensato. Ma il punto focale, per l’amministrazione comunale, non sarebbe stata l’esposizione. Loro avrebbero fatto un passo indietro, avrebbero fornito solo “assistenza” e “strutture” per i visitatori.

“Li facciamo arrivare qui con una scusa, che chiameremo per comodità “L’OggettoMisterioso". 
Chiudiamo le strade al traffico e li costringiamo a parcheggiare i carretti turistici nelle aree di sosta comunali, che renderemo a pagamento. 
Li convinceremo con il giusto marketing, e con le giuste inserzioni pubblicitarie su TripAdvisor, a comprare un sacco di Merchandise Brandizzato de “L’OggettoMisterioso”.
Ovviamente i venditori di ricordini de “L’OggettoMisterioso” pagheranno per l’occupazione del suolo pubblico. E i visitatori potranno anche versare contributi volontari per permettere future nuove esposizioni, nonché la conservazione a regola d'arte de "L'OggettoMisterioso"”. 
Ammiccamenti, sorrisi sotto i baffi e virgolette con le dita costellarono il dialogo.

“Resta solo un punto da chiarire, cosa potrebbe mai essere questo "OggettoMisterioso"?”.

“Non so… ci penserò stasera a casa...”.

La sera del 21 giugno 1353, Goffredo Diciernì torno a casa molto più soddisfatto e sereno della sera precedente. 
Il sindaco aveva accolto con entusiasmo il suo progetto sulla fiera e lo aveva incaricato di occuparsi della stesura del progetto. Ovviamente i controlli sui registri dei fornitori erano stati sospesi a tempo indeterminato.

L’unico neo della giornata fu ovviamente MadamaGiovanna, che passò l’intera serata a lamentarsi a voce alta delle lenzuola irrimediabilmente macchiate da Goffredo. A voce talmente alta che i vicini di casa come al solito pensarono “Finiranno mai le pene di quel povero cristo?”.


“Adesso lo trovi tu un modo di smacchiare il lenzuolo! Sono stufa, stufa e stufa… Non ho firmato un contratto in esclusiva sui lavori domestici, ho una mia attività e voglio farla crescere…”.

“Per il Bed&Breakfast non preoccuparti tesoro, tra un po’ Lirey accoglierà tanti di quei visitatori che dovremo tirare su un altro piano. Per il lenzuolo senti, facciamo così, diamogli fuoco e non se ne parli più!!”.

MadamaGiovanna gli sorrise e...



Le cronache dell’epoca, a causa del riacutizzarsi dell’infiammazione al tunnel carpale dell’amanuense, diventano a questo punto imprecise. Nessuno seppe mai quali avvenimenti successivi condussero alla Grande Fiera del Lenzuolo Magico di Lirey del 1354.

Ma è più che evidente che quanto narrato contiene già il seme di tutti gli elementi che un giorno faranno sbocciare il fiore della leggenda. Una delle più grandi leggende della storia. 

La leggenda di Goffredo, che alla fine riuscì a farsela dare dalla moglie.