lunedì 4 febbraio 2019

Essex Highway Patrol

Dal nostro corrispondente nella perfida Albione.

Domenica pomeriggio, sulla provinciale che dall'aeroporto di Stansted porta ad Harlow, per poi proseguire verso Balangero, una pattuglia fermava due individui sospetti a bordo di un veicolo, anch’esso vagamente sospetto. 
(Spoiler: il veicolo ne uscirà pulito.)

I due loschi figuri venivano perquisiti e, dopo tre quarti d’ora di verifiche amministrative, rilasciati con un ammonimento: “Ok, siete vestiti da elettricisti, c’è scritto elettricisti sulla carta d’identità e avete acquistato materiale elettrico al Guercio di Great Hallingbury, ma perchè andate in giro su una macchina piena di arnesi per elettricisti? Non va bene, le forbici dalla punta arrotondata vanno risposte nella cassetta, non tenute in tasca. (ha tecnicamente ragione) Vabbè, andate, ma non fatelo più.” 

Cosa gli vuoi dire? "Grazie per non averci fatto spendere altri soldi in finanziamenti assai poco volontari alle casse di H.M.Queen." Appunto.

La stessa sera, di quello stesso giorno, la moglie dell’elettricista rientrava in casa e, accorgendosi che il livello di distribuzione dei panni sui letti era di quattro tacche al di sopra del livello Uragano precedentemente settato, chiamava le forze dell’ordine per sentirsi dire, tra le tante cose:

“E raro che di giorno passino i ladri, specialmente quando c’è in giro la pattuglia, ma oggi non c’era”. 





(Ok, magari non era la stessa pattuglia, chissà quante pattuglie circolano nell'Essex, ma che cazzo però.)


lunedì 19 novembre 2018

L'arrivo del Tecnico del Gas

Il Suo arrivo era stato predetto da molte generazioni, e l'attesa era sempre più estenuante per il popolo. Preghiere e canti venivano innalzati regolarmente verso il servizio assistenza clienti, affinché inviassero un segno di benevolenza.

Ma la risposta era vaga, in quanto nessuno conosce l'ora se non il padre. (il popolo per sicurezza chiesa a suo padre, ma egli non ne sapeva nulla, in quanto di solito era la madre a gestire i rapporti con i fornitori di luce e gas)

Vigilate dunque, poiché non sapete quando il Tecnico arriverà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati, disse l'operatore.

Addormentati? Ma mica abitiamo lì, senza neanche il riscaldamento, pensò il popolo, tra sé e sé. Dobbiamo quindi sapere giorno e fascia oraria. E di quale gallo sta parlando? Il nostro vicino ha solo dei polli, e loro non cantano affatto.

Ma ecco, l'ultimo venerdì prima della luna calante, apparve il Sacro Messaggio. 

Egli arriverà lunedì, nella fascia oraria 10.00 - 12.00. Siate pronti ad accoglierlo. Per eventuale indisponibilità contattare il Numero Verde.

Grazie Signore!

Potete chiamarmi Operatore Federico 127556, rispondo dall'Italia.

Grazie Operatore. Sempre sia lodato.

Restate in linea per la valutazione della qualità.

(seee ciao)

Venne il giorno destinato all'adempimento della profezia. L'annuncio era chiaro, ma, per sicurezza, il popolo si schierò di fronte al civico indicato nel messaggio con venti minuti di anticipo.

Egli arrivò su un auto blu. 
Il popolo esultò. 

Egli si diresse verso un altro civico.
Il popolo invocò a gran voce un gran numero di santi. 

Egli finalmente si accorse che il numero civico corretto era due cancelli a sinistra e tornò sui suoi passi.
Il popolo si rivolse a Lui.

Signore, sei tu il Tecnico che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?
In verità vi dico, devo controllare il numero di matricola.

Ed Egli controllò il numero, e vide che il numero era corretto, e già il popolo esultava. 

Ma Egli disse, avete chiuso le valvole?
Quali valvole, domandò il popolo.
Quelle del gas della cucina, o stolti.
Non abbiamo il gas per cucinare, abbiamo la piastra.

Beati coloro che cucinano a induzione elettrica, disse allora Egli. E benedisse il popolo, spezzando il Sigillo.

Prendete e controllate il numero dei metri cubi, fate questo ogni due mesi, in memoria di me e per avere una fatturazione dei consumi con acconto stimato il più possibile in linea con i consumi reali.

Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: dobbiamo montare gli infissi.

E il popolo rese grazie.









giovedì 26 luglio 2018

Floricultura - Corso Intensivo On Line

Oh, alla fine abbiamo comprato una casa, evviva. Porzione libera su tre lati con giardino e splendida vista su chiesa e amiantifera.
Necessita di qualche lieve, lievissimo, impercettibile intervento di ristrutturazione. I lavori di muratura barra idraulica meriterebbero un post a parte, e un giorno lo avranno, quando troverò il modo di non farmi bloccare i contenuti per via delle bestemmie.

Ma oggi volevo rilassarmi pensando a e scrivendo di un argomento leggero e piacevole, il giardinaggio. 

Mi sono sempre detta "per abitare in un condominio, tanto vale rimanere a Torino, in campagna il giardino lo vorrei proprio".

(Mi sono anche sempre detta "cosa vuoi che sia un gelato al giorno, è estate" e infatti la gente pensa sempre che io sia incinta, ma forse è anche colpa della pizza, comunque la gente non è sempre una fotomodella, si guardassero un po' la loro di pancia)

Volevo il giardino soprattutto per soddisfare il mio DNA contadino, uscito prostrato e sconfitto da dieci anni passati a sterminare chili e chili di basilico, aromi e bulbi generici sul mio piccolo balcone di città. 

Mesi fa mettiamo gli occhi su questa casetta che aveva giusto il giardino che cercavo, non troppo grosso, non troppo piccolo.
Prima di comprarla c’erano alcuni alberelli, un paio di cespugli smorti e una cinquantina di metri di prato in leggera discesa verso la bialera che segna il confine del terreno. 
Passa il tempo, scorre la burocrazia, piove tutto maggio e da metà giugno in poi picchia un bel sole caldo. Poi la pazienza paga, paghiamo anche noi il dovuto, e a fine luglio ci impossessiamo finalmente di casa e terreno.

Lunedì pomeriggio, quando siamo arrivati con le chiavi in mano, ad accoglierci abbiamo trovato un fitto muro verde, una giungla. Ci abbiamo messo un po’ a convincere il vietcong che dormiva sotto la magnolia che la guerra era finita e che Balangero aveva perso la sua lotta per l’indipendenza dallo stato italiano, ma poi se n’è andato, blaterando qualcosa a proposito dei passi carrabili gratuiti e del libero accesso alla fogna. Chissà cosa voleva dire. Comunque, era ora, giardino, a me!

Voce narrante (io me medesima)Cominciamo da questa distesa di bastoni di foglie verdi alte un metro e venti e fiorellini fucsia, cos’è? ("sembra un oleandro" "sì, è quello che pensavo anch'io" "e allora perchè hai controllato le foto su internet?" "fatti i cazzi tuoi" "brava, che bel carattere di merda, magari mangiati anche un gelato") Bello l'oleandro, ma cerchiamo di dargli un look più “aiuola” e meno “picche di lance elfiche a difesa del fosso di Helm”.
*digita sul web “Come si pota un oleandro?”

Web (e pure mio padre): Ah, l’olenadro, il famoso e VELENOSISSIMO oleandro, l’ingestione di una sola foglia può causare la morte di un bambino! 

Io: Vabbè ma mica quelli vanno in giro a mangiare le foglie a caso, manco mangiano la rucola e poi volevo per l’appunto tagliarl…

Web: Eh, bella lei, vive in campagna da due giorni e pota l’oleandro, ma cosa ne sai, comunque solo sfiorare le foglie può causare rush cutaneo e MORTE.

Io: Ok, allora guanti spessi e diamo una bella sfoltita.

Web: Se sfoltisci troppo poi non fiorisce e ti resta solo un cespuglio di foglie VELENOSE.

Io: Quei fiori viola, alti, lunghi, sembrano lavanda ma sono di un viola più brillante...

Web: "Aconiello", se ingerito causa paralisi cardiaca, parestesia, vomito, diarrea e MORTE.

Io: A pensarci bene, troppi fiori non li posso mettere, ho bisogno di spazio per l’orto e la frutta, a scopo decorativo basta e avanza questa splendida magnolia. Splendida e grande. Imponente. Praticamente in mezzo alle palle e blocca il passaggio su entrambi i lati. 
*digita sul web “Come si pota una magnolia?”

Web: La magnolia si pota solo se giovane.

Io: Sì, ok, ma è Grossa.

Web: La magnolia si pota solo se giovane.

Io: È. In mezzo. Alle palle.

Web: La magnolia si pota solo se giovane. Le piante adulte o vecchie, se non trattate da giovani, non vanno assolutamente potate perchè incapaci di cicatrizzare, le ferite aperte possono veicolare funghi, batteri e virus e la pianta MUORE. VUOI FAR MORIRE LA PIANTA?

Io: No, ma è ingombrante.

Web: La magnolia si pota solo se giovane.

Me medesima: Vabbè, l’oleandro lo brucio, no non lo brucio ché i fumi sono tossici, lo trapianto nottetempo dall'altra parte della strada, la magnolia la aggiro, passiamo a quella bella pianta che c’è là in fondo. Anche se vivo in campagna da due giorni, quella la conosco.

Web: Ehm.

Io: Ho detto che la conosco, è una pianta di sambuco, cosa se ne può ricavare?

Sara: Una bacchetta del destino!

Io: 10 punti a Grifondoro, ma no, la riposta è marmellata!

Web: Ehm ehm.

Me medesima: *digita sul web “Come si fa la marmellata di sambuco?”

Web: La marmellata si fa così e cosà. L’importante, prima di farla, è verificare di non aver confuso la pianta di sambuco con la sua quasi gemella TOSSICA E VELENOSISSIMA, l’ebbio.

Io: Uhm. *digita sul web “Come si distingue l’ebbio dal sambuco?”

Web: Sono i piccoli dettagli a fare la differenza. Tra i cittadini che si traferiscono in campagna per lanciarsi nel lucroso settore della produzione e commercializzazione della marmellata di sambuco, si contano circa 185 decessi all’anno.

Io: Ma che risposta è?!?

Web: 185 nella sola regione delle basse valli di Lanzo.

Io: Ma vai a cacare.

Web: La concimazione è consigliata in autunno. Perché non ti dedichi a qualcosa di più congeniale? 
*compare banner Magnum Algida


***

Curiosità storica, per chi ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui: il nome "magnolia" venne scelto dal botanico Charles Plumier, in onore di un illustre predecessore, il botanico Pierre Magnol. Nella foto Pierre Magnol, con la sua enorme chioma, che si dice non sia mai stata potata.

Visto? Non sempre la pazienza paga.


lunedì 26 febbraio 2018

Giardinaggio e voglia di cose bucoliche

Tra un anno, o giù di lì, avremo un vero giardino da coltivare e curare. Per non farmi cogliere impreparata ho deciso di cominciare con qualche piccolo esercizio di floricultura d’appartamento. Ho preso una busta di terriccio e due confezioni di semi a caso.

Non che non ci avessi mai provato, sono dieci anni che sperimento con il giardinaggio cittadino. I miei approcci seguono una certa ciclicità, in parte causata dalle stagioni e in parte dalle immense e noiose rotture di palle che attraversano la mia vita e mi spingono a cercare relax e distrazione in altre forme di vita. Di cui poi di solito causo involontariamente la morte.

In primavera di solito tocca alle piante aromatiche.

Foto di rivista patinata. Interno giorno, luce naturale. Finestra aperta su campi di lavanda, enorme e lindo bancone di cucina su cui fanno mostra di sé una decina di vasetti di piante aromatiche, bambini felici che con un piccolo annaffiatoio bagnano il basilico e la mamma inginocchiata accanto a loro che sorride intenerita. Intenerita, con la messa in piega perfetta, la camicetta stirata e neanche un filo di pancia. Come non subirne il fascino?

Dopo otto ore di bestemmie trattenute al lavoro, eccomi al carrfür, dove il cartello “3 piante aromatiche 5 €” fa sbocciare nel mio cuore voglie di accudimento materno e campi di lavanda*. E anche quella storia della camicetta un po' mi intriga, ma dovrei evitare il reparto panetteria, meglio non pensarci e concentrarsi sull'annaffiatoio.

Arrivo a casa con un basilico, un rosmarino e un origano. O forse è un timo, ma non importa, quel che conta è che il mio giardino aromatico è appena stato fondato. Il mio quarto giardino aromatico, ma questa volta funzionerà. 

Il bancone della mia cucina, non esattamente enorme e neanche lindissimo, non permette alle piante di fare mostra di sé, a meno che io non le appoggi direttamente sui fornelli, che visto l'esito dei giardini aromatici precedenti, sarebbe una fine più rapida e pietosa. 
Le piantine finiscono a terra, dove fanno verdognola e odorosa mostra di sé.

“Mamma, possiamo annaffiarle?”. 

Mi si stringe il cuore e, sorridendo, con i capelli che assumono improvvisamente un aspetto umano, complice un colpo di vento che arriva dalla finestra spalancata (vicino alla quale si trova una mensola con un mazzo di lavanda finta ma ce la facciamo andare bene) sporgo una caraffa con acqua alle paffute manine che si estendono fiduciose e che, in pochi sconnessi istanti, causano un dilavare di liquido e pezzi di torba che si infilano nelle fughe delle piastrelle e sotto la porta del balcone che, immediatamente aperta per asciugare, crea un piacevole effetto arcobaleno senape, marrone e nero. Porca troia. Vabbè. Almeno ho i capelli a posto mentre lancio l'annaffiatoio dal balcone.

Le piantine aromatiche 3x5€ hanno quasi sempre una malattia mortale e, dopo la prima sfogliatura, periscono in un giallognolo tripudio foglie secche ma allo stesso tempo marce, dalle quali però si sprigionerà un ultimo battito di vita. 
Un nugolo di moschini, che regnerà sovrano per un paio di settimane tra il cestino delle mele e la dispensa delle farine.

Quando la primavera è nel suo pieno e rigoglioso splendore, ma non prima di aver debellato quei moschini di merda, ecco arrivare la voglia di decorare la casa con un po’ di gerbere**.

Le gerbere vengono vendute in vasetti, con un cespo di foglie e 3/4 margheritoni colorati, sono bellissime e durano anche 2/3 settimane. Poi, nel giro di una notte, infiappiscono. A quel punto o si compra un altro vasetto o niente. Non c’è possibilità di sopravvivenza o seconda fioritura, almeno in questa casa. 
Le ho concimate, potate, trapiantate, innaffiate un giorno sì e uno no, uno ogni quattro, tutti i giorni, ho pulito le foglie con la buccia di banana, ho tritato gusci d’uovo e fondi di caffè, gli ho sputato, insultato la nonna e fatto ascoltare Gerbera dei Mucc. Gnente.

I cactus. I cactus rappresentano la sicurezza, la fiducia, l’impossibilità del fallimento. Di solito li prendo al mercato di corso Racconigi, 3 per 3€. Si lavano facilmente e, quando si accumula la polvere, basta passarli sotto l’acqua anziché strofinarli con puzzolenti bucce di banana. Va bene anche il Vetril, tanto sono di plastica.

Ma adesso si fa sul serio. Ho la terra, i semi e il vaso (unico sopravvissuto ad un esperimento di qualche anno fa, quando avevo piantato dei bulbi da cui dovevano spuntare dei gladioli, ma sono uscite delle foglie tipo sanseviera che hanno raggiunto il metro e mezzo di altezza e poi sono seccate).

Che fiori ho scelto? Non lo so, dopo che li ho piantati ho buttato le buste e non ricordo i nomi.

Quelli che ho piantato da un lato sono arancioni (assomigliano alle carognette ma meno screziati di nero), sull'altro lato dovrebbero essere più piccoli, azzurri. 

Tempo di appoggiare a terra il vaso e collocarlo al meglio tra la porta e il muro, lo giro due volte di troppo e adesso che stanno spuntando sti cosi (vedi foto 1) non ricordo più che lato sia, se arancioni o azzurri.

Foto 1

Grandi sorprese cromatiche in arrivo in casa Grillo! 

Non potrà comunque andare peggio di quella volta che ho mandato a scuola una bimba carina e simpatica e mi è tornata a casa bianco-nera.


* ad una più attenta analisi, l’odore di lavanda era effettivo, in quanto l’ammorbidente si era rovesciato nel carrello

** sempre meglio di quando mi viene la voglia di decorare la casa cambiando il colore delle pareti

domenica 18 febbraio 2018

Il piccione

“Non dirmi che la luna splende, mostrami lo scintillio della luce su di un vetro rotto.”

Questo era, più o meno parafrasato, il consiglio di Chekov all’aspirante scrittore. 

Così ho preso un bicchiere e l’ho fracassato nel lavandino. Poi ho raccolto con molta cautela un paio dei pezzi più grossi e li ho appoggiati sul balcone, aspettando l’ispirazione. Al posto di quest’ultima, è arrivato un piccione. 
“Cazzo fai?” 
“Devo descrivere lo scintillio della luna…” 
“Va che siamo in novilunio.”
“Ma porca troia.”

Prima di andarsene, il piccione ha defecato sui vetri rotti.

E in men che non si dica, Annie Lennox ha intonato una versione a cappella di Walking on broken glass, anche se i vetri rotti delle finestre di casa Lennox per fortuna non erano stati insozzati da un piccione mentre lei ci camminava sopra, altrimenti il rischio infezione non avrebbe giustificato la necessità di scrivere una canzone sulla fine di un amore.

Ma non mi sono lasciata distrarre, ho raccolto con una busta i vetri cagati e li ho buttati e adesso me ne vado a dormire.


Quando il novilunio coincide con il pre-ciclo, la serata va conclusa immediatamente.


giovedì 15 febbraio 2018

Capitolo secondo

- Ciao, Portale di ricerca!
- Ciao nuovo utente, come posso esserti utile?
- Cerchiamo una casetta...
- Inserire i parametri per affinare la ricerca. Prezzo max? 
- (tic tic toc) (sto digitando) 70.000
- Superfice min.? 
- 120 
- Siete seri? 
- Tic toc... toc?
- Ho altri utenti da seguire, richiedete una consulenza specialistica.
- Agenzia immobiliare?
- Psicologo. Next!

Fu così che, per capire meglio le nostre possibilità, facemmo valutare il nostro Immobile di Proprietà (15 anni di mutuo ancora da pagare incluso), un piccolo appartamento che divenne un Ampio Trilocale Comodo a Tutti i Servizi (n effetti sono stati 10 anni molto comodi, considerando che “tutti i servizi” va inteso come “casa dei miei genitori”) Ristrutturato con Materiali di Pregio. 

Casa venduta, torniamo sul portale.

- Ciao Portale!
- Bentornata, Utente Registrata (ciao Il Tuo Nome in alto a destra)
- Sono pronta ad inserire i miei nuovi parametri di ricerca.
- Bene, prezzo max?
- 69.000
- Azz... prima cintura?
- Pensavamo a Nole, Ciriè...
- No, intendevo di Orione. Ah. Ah. Ah. Mi sto crashando addosso dal ridere.
- Suca.

Ne abbiamo viste tante ma ecco le migliori, selezionate per voi*:

1) "Ampio immobile di pregio sulla collina di Lanzo." 
Stradina d'accesso, non accessibile alle macchine, con pendenze del 15% alternate a dossi. 
Ma va bene, tranne che da novembre ad aprile quando potrebbe esserci un po' di ghiaccio.
Ci sono dei lavori da fare” esordisce l’agente immobiliare, sollevando da terra una porta di legno marcio e appoggiandola con cura alla parete laterale. 
Ma non sono mica scema (credo), solo che se la prendo da sistemare non posso pagarla come quasi finita.
Il prezzo è trattabile?
Non troppo, i metri ci sono.
Ma è in vendita da tanto?
Solo 10 anni.
Ah, ok. (ed è un peccato, per questa e molte altre, con un sacco di potenziale, sempre poco o non trattabili perchè è l'eredità della zia, per motivi sentimentali, perchè il portale gli ha fatto sapere che siamo dei mozzoni, va a sapere)

2) "La più bella di tutte", a Monastero di Lanzo. Peccato la posizione, a 6 km di curve non dalla vita ma dal primo segnale 3g, poi altri 18 km di curve e si arriva a scuola già belli vomitati, ancora 37 km ed eccomi al lavoro, appena in tempo per addormentarmi sulla scrivania. Però era proprio bella bella.

3) "Roba da intenditori", vicino a Ciriè. 
"Facciamo il giro da dietro, la vicina è un'appassionata di cani, ne ha tanti e abbaiano sempre se passiamo davanti". Particolare la camera da letto padronale, la cui finestra affaccia direttamente dentro il garage. 
"Sul garage? Tipo bovindo?"
No, proprio dentro, ma basta tenerla chiusa”.

4) "Quella verde piccola e carina". Una bella struttura a torrette. Ma se facciamo pavimento e impianti, il trave del tetto passerà esattamente ad altezza naso”.  "Guardi che grosso, segatene via un pezzo”. Il trave del tetto. 

5) "Bifamiliare frazionabile". 70 metri di appartamento con un bel terrazzo, una mansarda da sistemare, ma perchè questo prezzo? La cantina.
DuecentoCinquantaMetri di cantina interrata inclusa tomba del primo cavaliere con istruzioni per raggiungere il canyon della Luna Crescente partendo dalla città di Alessandretta. Non ce la siamo sentita, la coppa del falegname non deve attraversare il sacro sigillo.

6) "Oh, guarda, ancora quella". Era in vendita nel 2002 quando ci siamo trasferiti a Lanzo. Era in vendita nel 2007 quando siamo tornati a Torino. E' ancora in vendita adesso. Non la vuole nessuna e davvero non capisco perchè, è cosi bella e tranquilla, lì sotto l'ombra costante proiettata dal ponte della stradale, confortata dalla vaporosa umidità che proviene dalla Stura a 200 metri. In realtà non l'abbiamo neanche vista, ma mi conforta un po' sapere che sul portale, tra tutte le case che vanno e vengono lei rimarrà lì per sempre, a raccontare ai passanti la sua umida storia.


- Ciao Portale!
- Oh, qual buon vento... hai presente quella casa rosa che hai messo nei preferiti? Solo stanotte ha ricevuto 22 visite.
- Lo so, stavo prendendo le misure per il tappeto fucsia.
- (...elabora...) Ah. Complimenti, una scelta da veri intenditori del falso in bilancio. Per curiosità, a quanto?
- 55.000
- ...
- ...
- Mozzoni.
- Segnala come spam.

A presto, con "Il trasloco"**. 



Molte sono ancora in vendita, se interessati vi segnalo in privato il link.

**Il trasloco? I traslochi. Con l'emozionante incognita: dove lo mettiamo il piano?

lunedì 8 gennaio 2018

Quando i miei figli leggeranno questo, sarà troppo tardi.

“C’era una volta una foglia secca che si avvitava pigramente su se stessa mentre precipitava a terra. 
Il panorama cambiava in maniera lenta costante e gradevole di fronte e dietro ai suoi occhi. Non avendo una percezione del proprio corpo particolarmente estesa poteva permettersi di immaginarsi capovolta quando il cielo azzurro l’annoiava troppo. L’euforia di una rapida carezza del sole la colse e morì.”

Da una prima verifica generale, risultano chiari due aspetti, contrastanti ma inscindibili: bisogna dedicarsi a ciò che piace fare per trovare un po’ di serenità, ma bisogna anche cercarsi un lavoro per sopravvivere in quanto spesso il prodotto della serenità non è poesia, ma cacca. Oppure torte, dipende un po’ da come sono presa. (anche quelle, ahimè, spesso inconcludenti)

E se la soluzione fosse dedicarsi a qualcosa di veramente grande? Tipo ristrutturare una casa?
Scegliere una caldaia prende tempo ed energie creative, ma soprattutto distrae dai propri sogni, infranti dalla realtà… 
Sì, potrebbe fare al caso mio. 

E questa, questa sarà la prefazione di un grande romanzo di vita. Era una notte buia e tempestosa, le foglie cadevano e morivano a pacchi ai piedi delle Valli di Lanzo.

Le foglie di Balangero. Un romanzo a metà tra la grande narrativa dell’epopea famigliare americana ma ambientata in Piemonte che si mangia sicuramente meglio e capisco cosa dicono, e il copione abortito di una puntata di Paint your Life. 

Ma con una spruzzata di sano romanticismo e fatalità, considerando che i protagonisti di questo imbarazzante caso letterario si sposarono quindici anni prima, esattamente a 380 metri in linea d'aria da dove presto avrebbero abbattuto muri, divelto piastrelle, piantato cavoli carote cachi e fatto seccare mazzi e mazzi di lavanda. 

Libro primo.

Capitolo primo. 

“Una tragedia annunciata.”

“Non ho ancora fatto il compromesso ma ho già scelto le piastrelle, due anni fa. Adesso bisogna trovare la casa che si adatti alla combinazione di colori che avevo in mente. Forse è un po’ presto per pensare alle tende. Falsificare il bilancio familiare da sottoporre a mio marito per convincerlo a cambiare casa potrebbe comportare delle conseguenze impreviste.”

Così pensava forte una 35enne disperata, un paio di anni fa, mentre sfogliava le pagine dei portali immobiliari, abbassando sempre più la soglia nel filtro “prezzo non superiore a”, e venendo immancabilmente reindirizzata ad un sito bulgaro specializzato in rivendita di caravan circensi usati.

(Spesso quello che scrivo sembra non seguire un filo logico o stilistico, ma c’è un’ottima ragione, che va oltre la mia incapacità, mi interrompo spesso per guardare i nuovi personaggi funkopop in arrivo e a catalogarli in liste che non comprerò perchè ho già ordinato le tende.)


Dopo le prime coraggiose esplorazioni in quel di Lanzo, prese coraggio, falsificò il bilancio e trascinò il marito in quella che si sarebbe rivelata una spirale (ah, contrappunto) di evoluzioni acrobatiche per far quadrare il tutto, considerando sempre l'accostamento di colori scelto all'inizio. 

Fecero quindi valutare l'appartamento in cui vivevano, stretti ma sereni, “così, giusto per farci un’idea, non abbiamo fretta e vogliamo capire bene cosa fare delle nostre vite, sono decisioni che vanno ponderate, ok, venduta, compriamo quella là, sicuri? sì, sì, ci piace quella, poi vediamo come fare per i dettagli, scuole dei bambini, la macchina... possiamo dipingere di blu il garage? ottimo.”.

Coming soon: quali improbabili magioni videro i protagonisti, a cui verrà presto dato anche un nome, prima di scegliere "quella casa là, quella rosa un po' scrostata"? (ODDIO, è Gerald Durrel che rispunta nel mio subconscio, e mi guarda male, tanta nostalgia)